Effetto collaterale inatteso: come i comuni farmaci spianano la strada agli agenti patogeni

Molti non antibiotici indeboliscono la naturale funzione protettiva dell'intestino, con conseguenze sulla colonizzazione da parte di batteri patogeni

18.07.2025
Copyright: Image produced by the Maier Lab (Lisa Maier, Anne Grießhammer, Leonardo Boldt) together with the Tübingen Structural Microscopy Core Facility (Michaela Wilsch-Bräuninger, Stefan Fischer); colouring: Elke Neudert

Immagine al microscopio elettronico a scansione di una comunità batterica intestinale comprendente (1:1.000.000). Questi microrganismi interagenti formano un ecosistema vitale per la salute umana. I farmaci possono alterare gravemente questo fragile equilibrio, eliminando i batteri benefici e favorendo così la crescita di specie dannose.

L'intestino umano ospita una fitta rete di microrganismi, noti collettivamente come microbioma intestinale, che contribuisce attivamente alla nostra salute. I microrganismi aiutano la digestione, allenano il sistema immunitario e ci proteggono da intrusi pericolosi. Tuttavia, questa protezione può essere interrotta, e non solo dagli antibiotici, che quando vengono utilizzati per il trattamento hanno lo scopo di prevenire la crescita di batteri patogeni. Un nuovo studio dimostra che molti farmaci che agiscono sui sistemi del corpo umano possono anche modificare il microbioma in modo che gli agenti patogeni possano colonizzare più facilmente l'intestino e causare infezioni. Lo studio, diretto dalla professoressa Lisa Maier dell'Istituto interfacoltà di microbiologia e medicina delle infezioni di Tubinga (IMIT) e del Cluster of Excellence "Controlling Microbes to Fight Infections" (CMFI) dell'Università di Tubinga, è stato pubblicato sulla rivista Nature.

I ricercatori hanno studiato 53 comuni non antibiotici, tra cui rimedi per le allergie, antidepressivi e farmaci ormonali. I loro effetti sono stati testati in laboratorio in comunità microbiche intestinali umane sintetiche e reali. Il risultato è stato che circa un terzo di questi farmaci ha favorito la crescita della Salmonella, batterio che può causare gravi diarree. Lisa Maier, autrice senior dello studio, afferma: "L'entità del fenomeno era del tutto inaspettata. Molti di questi farmaci non antibiotici inibiscono i batteri intestinali utili, mentre i microbi patogeni come la Salmonella Typhimurium sono inattaccabili. Si crea così uno squilibrio nel microbioma, che avvantaggia i patogeni".

I patogeni rimangono, i batteri protettivi scompaiono

I ricercatori hanno osservato un effetto simile nei topi, dove alcuni farmaci hanno portato a una maggiore crescita della Salmonella. La conseguenza è stata una grave progressione della malattia della salmonellosi, caratterizzata da una rapida insorgenza e da gravi infiammazioni. Questo ha coinvolto molti livelli di interazioni molecolari ed ecologiche, riferiscono gli autori principali dello studio Anne Grießhammer e Jacobo de la Cuesta del gruppo di ricerca di Lisa Maier: i farmaci hanno ridotto la biomassa totale del microbiota intestinale, hanno danneggiato la biodiversità o hanno eliminato in modo specifico i microbi che normalmente competono per i nutrienti con i patogeni. Il risultato è stato un cambiamento del microbioma che ha creato un ambiente più favorevole per i microbi patogeni come la Salmonella, che hanno potuto proliferare senza ostacoli.

"I nostri risultati dimostrano che quando si assumono farmaci è necessario osservare non solo l'effetto terapeutico desiderato, ma anche l'influenza sul microbioma", afferma Grießhammer. "Sebbene la necessità dei farmaci non sia negoziabile, anche i farmaci con presumibilmente pochi effetti collaterali possono, per così dire, far crollare il firewall microbico nell'intestino". Maier aggiunge: "È già noto che gli antibiotici possono danneggiare il microbiota intestinale. Ora abbiamo forti indizi che anche molti altri farmaci possono danneggiare questa barriera protettiva naturale in modo invisibile. Ciò può essere pericoloso per le persone fragili o anziane".

Invito a rivedere le valutazioni degli effetti dei farmaci

I ricercatori raccomandano che l'effetto dei farmaci sul microbioma sia sistematicamente incluso nella ricerca durante lo sviluppo, soprattutto per classi di farmaci come gli antistaminici, gli antipsicotici o i modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni, nonché per le combinazioni di più farmaci. Il team di Lisa Maier ha sviluppato una nuova tecnologia high-throughput che consente di testare in modo rapido e affidabile come i farmaci influenzano la resilienza del microbioma in condizioni standard. Questi risultati invitano a ripensare la ricerca farmaceutica: in futuro i farmaci dovranno essere valutati non solo dal punto di vista farmacologico, ma anche microbiologico. "Se si altera il microbioma, si apre la porta agli agenti patogeni: è una componente integrale della nostra salute e deve essere considerata come tale in medicina", sottolinea Maier.

La presidente Prof. Dr. Dr. h.c. (Dôshisha) Karla Pollmann sottolinea: "La ricerca sul microbioma a Tubinga ha fatto una scoperta importante. Se l'effetto sul microbioma viene incorporato nello sviluppo di prodotti medicinali, la speranza è che a lungo termine i pazienti possano ricevere trattamenti più adatti con effetti collaterali ridotti".

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