Le bevande zuccherate influenzano la psiche attraverso l'intestino

Il consumo di bevande analcoliche è associato a un maggior rischio di depressione

26.09.2025
AI-generated image

Immagine simbolica

Un nuovo studio condotto dal Centro tedesco per la ricerca sul diabete (DZD) fornisce una forte evidenza del fatto che le bevande zuccherate influiscono sulla salute non solo metabolica ma anche mentale, soprattutto nelle donne. Questo effetto è probabilmente mediato dal microbioma sensibile dell'intestino.

Come è noto, le persone che consumano regolarmente bevande zuccherate non solo hanno un rischio maggiore di obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e cancro. Un numero crescente di studi sta ora dimostrando che le bevande analcoliche possono influire anche sulla salute mentale. Finora, tuttavia, non era chiaro se ci fosse una relazione diretta con il disturbo depressivo maggiore (MDD) e quali processi biologici potessero essere coinvolti.

Il consumo di bevande analcoliche è associato a un maggior rischio di depressione

Per rispondere a queste domande, i ricercatori hanno analizzato i dati trasversali della Marburg-Münster Affective Cohort (MACS). Lo studio ha preso in esame adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni, reclutati tra la popolazione generale e le cure primarie tra il 2014 e il 2018. I ricercatori hanno incluso un totale di 932 persone, di cui 405 pazienti con disturbo depressivo maggiore e 527 controlli sani.

Le analisi hanno mostrato una correlazione tra il consumo di bevande analcoliche e sia la diagnosi di depressione che la gravità dei sintomi. Questa correlazione era particolarmente pronunciata nelle donne: Tra queste ultime, un consumo elevato era associato a una probabilità di depressione più elevata del 17% (odds ratio 1,167) e a sintomi più gravi.

I cambiamenti nel microbioma come fattore chiave

Ma come può essere veicolato l'effetto? Anche in questo caso lo studio fornisce una possibile spiegazione: Nelle donne che bevevano regolarmente bibite zuccherate, i ricercatori hanno trovato un numero significativamente maggiore di batteri del genere Eggerthella nell'intestino. Studi precedenti avevano dimostrato che l 'Eggerthella è più comune nelle persone affette da depressione. Lo studio attuale fornisce ora la prima prova convincente che questo batterio potrebbe svolgere un ruolo di mediazione - come legame biologico tra il consumo di bevande analcoliche e lo sviluppo di sintomi depressivi.

"I nostri dati suggeriscono che la relazione tra bevande analcoliche e sintomi depressivi avviene attraverso l'influenza del microbioma", afferma il dottor Sharmili Edwin Thanarajah, responsabile dello studio, dell'Ospedale universitario di Francoforte e dell'MPI per la ricerca sul metabolismo di Colonia, partner associato del Centro tedesco per la ricerca sul diabete (DZD).

Le bevande zuccherate come la cola o la limonata non contengono solo glucosio e fruttosio, ma anche numerosi additivi, tra cui conservanti e dolcificanti artificiali. Questa combinazione può alterare il delicato equilibrio del microbioma intestinale. I batteri che promuovono l'infiammazione sono favoriti, mentre la produzione di acidi grassi protettivi a catena corta diminuisce. Gli studi sugli animali dimostrano che questi cambiamenti possono innescare processi infiammatori nel sistema nervoso e quindi aumentare il comportamento depressivo.

È sorprendente che questa correlazione sembri essere legata al sesso. Negli uomini che consumavano regolarmente bevande analcoliche, i ricercatori non hanno riscontrato né un aumento di Eggerthella né una correlazione con i sintomi depressivi. Non è ancora chiaro perché questo effetto si verifichi solo nelle donne. È possibile che giochino un ruolo le differenze ormonali o le reazioni del sistema immunitario legate al sesso.

Il microbioma come bersaglio terapeutico?

"I risultati dello studio aprono nuove prospettive per la prevenzione e il trattamento dei disturbi depressivi", commenta la ricercatrice del DZD Rachel Lippert dell'Istituto tedesco di nutrizione umana di Potsdam-Rehbrücke (DIfE). "Gli approcci basati sui microbiomi - come le terapie nutrizionali mirate o le strategie probiotiche - potrebbero contribuire ad alleviare efficacemente i sintomi depressivi in futuro".

I ricercatori sostengono quindi che l'influenza della nutrizione sulla salute mentale dovrebbe essere maggiormente integrata nelle campagne educative, nei concetti di cura e nei programmi di prevenzione.

"I cambiamenti nel microbioma possono essere influenzati dalla dieta e sono quindi un potenziale obiettivo terapeutico", spiega Edwin. "Anche piccoli aggiustamenti nel comportamento dei consumatori potrebbero avere un grande impatto, soprattutto se si considera il consumo diffuso di bevande analcoliche".

Nota: questo articolo è stato tradotto utilizzando un sistema informatico senza intervento umano. LUMITOS offre queste traduzioni automatiche per presentare una gamma più ampia di notizie attuali. Poiché questo articolo è stato tradotto con traduzione automatica, è possibile che contenga errori di vocabolario, sintassi o grammatica. L'articolo originale in Inglese può essere trovato qui.

Pubblicazione originale

Altre notizie dal dipartimento scienza

Le notizie più lette

Altre notizie dagli altri portali